Elena Piantanida: "Ho Ferno nel cuore"
Elena Piantanida è la candidata del centrodestra “ufficiale” a Ferno, con la lista Piantanida per Ferno.
Medico di base in Ferno dal 1994, sposata, ha due figli. «Ho costruito la mia famiglia in questo paese. Il mio papà è fernese da generazioni, la mamma è una Zaro di Lonate. E come posso non avere Ferno nel cuore? Spero questo mio impegno sia un riconoscimento anche alla mia storia. Il mio slogan è: “dai valore al tuo voto: scegli tu, scegli me”».
Politicamente è stata assessore alla cultura e sport nell’amministrazione uscente, fino al “divorzio” – due mesi fa – dal resto della squadra guidata da Mauro Cerutti (il sindaco uscente sostiene la candidatura del suo attuale vice, Filippo Gesualdi). Con Piantanida si è schierato anche un altro assessore uscente, Giorgio Bertoni. La candidata ha poi riunito Forza Italia e Lega Nord, che nell’ultimo lustro erano stati su sponde opposte, l’una in maggioranza, l’altra in opposione.
Partiamo dal punto più politico: perché siete arrivati ad una rottura con Cerutti e Gesualdi?
«Non la chiamerei rottura: da parte mia non c’è stata nessuna rottura, è l’attuale sindaco che ha fatto una scelta sul suo successore, ha scelto di sostenere un candidato di Fratelli d’Italia (il partito di Gesualdi, ndr). Noi veniamo da una esperienza di assessorato con diverse deleghe, un’esperienza amministrativa importante. Mi presento con una lista che contiene, nel simbolo, quattro “lenticchie” a riconoscimento di altrettante realtà: Ferno Viva, FI, Lega, Udc. Abbiamo una squadra eterogenema ma compatta, che riunisce storie diverse, competenze diverse, una età anagrafica ampia, dal 1947 al più giovane che è del 1991. Per me aver avvicinato i giovani è già una piccola vittoria».
Quali sono i punti forti del programma?
«È un programma concreto, nessuna promessa. Lo riassumo con la sigla S.O.S..: la S di sicurezza, nelle case e nelle strade. O come ordine: nella cura del patrimonio comunale, nello snellire la burocrazia per favorire il privato cittadino perchè sia più agevole la manutenzioni stabili. Infine S come sostegno ai cittadini in tutte le fasce d’età: gli anziani, le donne, i diversamente abili. Abbiamo l’idea di uno sportello di ascolto per violenza e dipendenza gioco d’azzardo, bullismo e cyberbullismo. Fondamentale per noi è poi la partecipazione, riavvicinare i fernesi alla cura del paese: non solo l’11 giugno, ma anche attraverso una collaborazione e un coinvolgimento che vadano oltre».
Come?
«Vogliamo il consiglio comunale streaming, promuoveremo poi incontri informativi su vari temi, compresi quelli della cultura, della sanità, dei bisogni della gente. Solo così si costruisce un vero programma in grado di rispondere alle necessità».
Cosa vi differenzia dal centrodestra di Gesualdi, con cui avete governato fino a pochi mesi fa?
«Dico che in cinque anni mi sarebbe piaciuto vedere una maggiore pianificazione delle opere: le opere non mi sarei ridotta a farle negli ultimi mesi, ma le avrei spalmate nel quinquennio. In futuro porremo attenzione a questo aspetto. L’attenzione comune riguarda la viabilità, entrambi abbiamo poi il sogno della manifattura, che è un discorso complesso».
Se ne parla a ogni elezione da anni, in effetti: come affrontarla, dunque?
«Il nostro sogno sarebbe trasformare l’area in un villaggio per gli anziani, sulla scia di esperienze già avviate in Olanda, che si vorrebbe sperimentare anche a Cardano (vedi qui, ndr).Sarebbe un “paese nel paese”, anche con qualche negozio, uno spazio salute, un parcheggio interrato. Questo è il sogno. La realtà di oggi è attivare un tavolo con la proprietà almeno per manutenere l’area».
Piantanida ricorda poi la necessità di affrontare il rapporto con Malpensa «che ci ha sottratto 60% territorio, ma è importante per lavoro»: «occorre costituire un tavolo con altri Comuni come Lonate e Vizzola, per affrontare le questioni comuni».
Quest’anno a Ferno tutti i tre candidati sindaco hanno deciso di anticipare i nomi della ipotetica giunta: qui l’articolo con i nomi scelti da Piantanida