I sei candidati sindaco incontrano gli industriali

Primo confronto a sei per i candidati sindaco di Legnano davanti alla platea di Confindustria Altomilanese.

Alberto Centinaio (centrosinistra), Andrea Grattarola (Movimento 5 Stelle), Juan Pablo Turri (Legnano in Comune – Sinistra Costituzione), Gianbattista Fratus (Centrodestra), Luciano Guidi (Alternativa Popolare), Ornella Ferrario (Legnano al Centro) hanno affrontato le domande preparate dal giornalista della Prealpina Luigi Crespi.

Se sarà eletto sindaco quale sarà la sua primissima preoccupazione

Centinaio mette al primo posto lavoro e sviluppo: «Mi occuperò di lavoro e sviluppo economico con una consulta che mette intorno ad un tavolo imprese. Penso al destino della Franco Tosi, un pezzo di storia industriale che non ha ancora superato definitivamente le difficiltà». Per Ornella Ferrario «il primissimo pensiero andrà ai giovani e a tutti gli aspetti che li riguardano. Formazione e lavoro devono farli restare qui». Fratus ha parlato della volontà di riportare Legnano «al centro del suo territorio e della volontà di riaccendere in città spirito imprenditoriale».
Per Luciano Guidi, invece, «sarà necessario entrare in punta di piedi in quella grande fabbrica che è il Comune per non rompere le sinergie che permettono un lavoro sereno nel gestire la cosa pubblica. Interverrò in maniera decisa, invece,per semplificare la burocrazia che ammazza». Andrea Grattarola ha messo in cima alla lista delle cose da fare la trasparenza: «I cittadini devono riappropiarsi della propria casa. Daremo la possibilità di partecipare avvalendoci delle professionalità dei legnanesi. Daremo ai giovani la possibilità di esprimersi». Juan Pablo Turri va, invece, controcorrente: «Inutile andare avanti a difendere una fabbrica passata per non so quante ristrutturazioni. Ricordo ancora Castiglioni e le sue promesse. La ricetta deve essere innovativa: lavorare tutti e lavorare meno. Dare risposta alla nuova generazione con un progetto per loro, utilizzando aree dismesse».

Visione della città del futuro

Per Turri la Legnano del futuro «deve essere accogliente dal punto di vista economico e sociale. Deve recuperare le aree dismesse dal punto di vista culturale – e conclude – vorrei una Legnano in cui un imprenditore che chiude un’attività e che ha avuto utili dalla sua azienda, riconsegni il terreno alla città bonificato».
Per Grattarola quella del futuro «sarà una Legnano felice che sappia valorizzarsi e dare valore anche rivitalizzando la vita sociale per le strade». Per Guidi la città del futuro deve essere «dei cittadini sereni, aperti, seri, concreti. Il nostro compito è quello di poter dare compimento ai progetti di vita ei legnanesi: dai bambini agli anziani». Per Fratus la Legnano di domani deve «riqualificarsi sotto l’aspetto urbano, della cultura e dell’imprenditoria. Una nuova biblioteca, una maggiore attrattività culturale con grandi mostre, una più marcata attrattività imprenditoriale e sportiva. Sono favorevole all’idea di una struttura mobile per il Palio».
Per Ferrario il futuro «è di una città facile e intelligente. Giusto connubio tra tecnologia e capitale umano e sociale. Vorrei una maggior collaborazione delle associazioni. Il recupero dell’area della manifattura e dell’ex-tribunale, luoghi che saranno rivitalizzati dai giovani e dagli studenti universitari».
Per Alberto Centinaio «Legnano è già bella e attraente e ha grandi potenzialità con scuole e fabbriche di eccellenza. Partendo da Milano è Legnano la prima città che non sia periferia di Milano. La Legnano del 2025 deve essere il motore pulsante del territorio. Se posso sognare dico che la manifattura di Legnano diventerà un luogo per sviluppare l’industria 4.0».

Impegni concreti per le imprese

Grattarola pensa ad un piano chiamato Legnano for business «con defiscalizzazioni per pmi e commercianti. È necessario intensificare gli sforzi per portare aziende a Legnano. Sburocratizzare e far conoscere ai giovani le ricchezze che ci sono qui sarà fondamentale».
Per Guidi «bisogna superare il difetto delle riqualificazioni delle aree dismesse con i soldi degli altri. L’amministrazione deve favorire insediamenti con un sistema a burocrazia zero. Troppi tavoli che non portano a niente: serve attenzione per favorire chi vuole investire. Serve una grande area industriale dove trasferire anche la Tosi».
Turri non liscia il pelo agli imprenditori: «Io sono per il consumo del suolo zero. Non si deve più costruire ma riutilizzare quello che c’è. Non diminuiremo le tasse e non faciliteremo gli imprenditori».
La Ferrario annuncia «uno snellimento burocratico ascoltando le esigenze degli imprenditori e favorendole con delle agevolazioni».
Centinaio riparte dal pacchetto di provvedimenti appena varato, col benestare proprio di Confindustria: «La linea è quella di non procedere ad aumentare la fiscalità sulle categorie produttive. Sostituiremo l’Imu con la Tasi per favorire la deducibilità. Sulle aree dismesse pensiamo ad un pacchetto di defiscalizzazione per chi investe qui. Azzeramento Tari e Imu, concessione sgravi su oneri di urbanizzazione».
Fratus stupisce: «Vogliamo proseguire sulla strada intrapresa dall’amministrazione uscente. Non voglio distruggere per ripartire se. Inoltre vogliamo portare servizi nell’area industriale di via Jucker e fare in modo che lo sportello unico attività produttive risolva i problemi e non ne crei altri».

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